Il giro del mondo in 80 pezzi – Mr. James Taylor
Se ascoltiamo American Standard, disco del 2020, abbiamo l’impressione che James Taylor sia un raffinato jazzista che esegue e reinterpreta magistralmente vecchie canzoni americane. Andando a ritroso, scopriamo che questo meraviglioso artista spazia a 360 gradi e, sempre accompagnato da musicisti straordinari, riesce ogni volta a regalare brani raffinati ed emozionanti, sostenuti da una solida tecnica chitarristica. Vincitore di numerosi Grammy, James Taylor ha venduto più di 100 milioni di dischi nella sua carriera e può, a ben diritto, essere considerato tra i massimi interpreti del folk, pop, ma anche del soul e del R&B.
Nato a Boston nel 1948 ma cresciuto nella Carolina del Nord, si dedica allo studio del violoncello, che tanto influenzerà la sua visione compositiva, per poi passare alla chitarra acustica, suonata con quel tipico stile arpeggiato che costituisce la cifra stilistica dei suoi pezzi.
La vocalità e le melodie di Taylor hanno fatto sì che addirittura mostri sacri come Paul Mc Cartney e George Harrison convincessero i capi della propria etichetta discografica, la Apple, a pubblicare, nel 1968, il primo disco dell’artista americano. Sting, suo grande estimatore, lo ha definito “il re della malinconia” nonché il cantante più intonato in assoluto. La sua voce, dolce e baritonale, si sposa perfettamente con lo stile fingerpicking, tecnica chitarristica che consiste nel suonare con il pollice della mano destra i bassi mentre le altre tre dita arpeggiano le corde più alte, dando vita a melodie e accompagnamento armonico. Si crea così un perfetto equilibrio tra voce e chitarra che rende la musica di Taylor assolutamente gradevole già di per sé, anche senza il contributo di altri strumenti. James Taylor è per antonomasia il perfetto one man band!
Il frequente uso del capotasto mobile sulla tastiera della chitarra gli consente di suonare accordi aperti evitando l’uso del barrè, con una conseguente resa acustica maggiormente brillante. Con slide, hammer on e pull off della mano sinistra le armonie risultano arricchite di ulteriori voci; gli accordi numerosi e variegati delle sue composizioni appaiono concepiti in un’ottica quasi pianistica. Il basso ad anticipare il battere della battuta, le note più alte in una visione verticale della scrittura, gli accordi sospesi, i frequenti ma repentini cambi di tonalità rendono la sua musica articolata e di non facile imitazione.
La vena malinconica delle sue canzoni si mescola ad una tagliente ironia; la natura, gli amori, le sue radici, la Carolina, le tristi vicissitudini della sua vita (depressione e dipendenza da stupefacenti lo hanno accompagnato per oltre vent’anni) sono le principali fonti di ispirazione.
Mud Slide Slim And The Blue Horizon del 1971, uno dei suoi album più belli, riflette appieno le vicende travagliate della sua vita. Tra le canzoni presenti anche la sua famosissima versione di You’ve got a friend di Carole King, sua compagna in quegli anni. Walking Man, Gorilla, JT, Flag, Greatest hits (l’album più venduto), New Moon Shine, Hourglass, October Road sono tra gli album più belli.
Continuamente alla ricerca di nuove sonorità, con l’obiettivo di migliorare e di diventare “sempre più bravo”(cit.), in una recente intervista Taylor ha spiegato come con l’utilizzo di un octaver (effetto che abbassa di una o due ottave il suono della strumento) stia cercando di rendere le 3 corde basse della chitarra ancora più gravi, convinto che si possano mescolare meglio con il timbro della sua voce.
Fortemente impegnato nella salvaguardia dell’ambiente e politicamente schierato nelle posizioni più progressiste della politica americana, Taylor è una persona gentile, disponibile e pacata, un artista che contrappone, allo strillo e alla pochezza dei contenuti, classe e competenza.