Viaggio nell’editoria: intervista a Giada Ribaudo di Keller Editore
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Dopo molti e piacevolissimi incontri con autori e librai, da tempo speravamo di riuscire a proporvi anche una diversa prospettiva sul mondo dell’editoria e finalmente ci siamo riusciti, grazie alla disponibilità di Giada Ribaudo, redattrice editoriale di Keller Editore.
Nata a Firenze e laureata in Traduzione Specializzata a Bologna, Giada oggi vive e lavora a Milano, città che ha scelto come sua dimora professionale. Davanti a tazze di caffè e cioccolata fumanti, abbiamo fatto con lei un’interessantissima chiacchierata.
Iniziamo subito con una domanda che riguarda il tuo percorso professionale. Come sei arrivata, dai tuoi studi, a lavorare nell’editoria?
Ho sempre voluto lavorare nel mondo dei libri, nonostante il mio corso di laurea fosse in realtà orientato verso una produzione tecnica e non editoriale. Dopo un corso post-universitario a Firenze per diventare redattrice editoriale, ho scelto di fare il tirocinio alla Marcos y Marcos a Milano, attratta dalla loro passione per la letteratura russa. Mi sono trasferita a Milano, che ho scoperto essere diversa da come la si racconta: è una città che offre luoghi alternativi, concerti, tantissime librerie e centri culturali di cui non sapevo nulla. Ho trovato un ambiente dove le persone che mi circondavano erano interessate alle stesse cose che interessavano a me e sono riuscita a sentirmi a casa.
Come sei approdata a Keller Edizioni?
La mia prima esperienza lavorativa è stata in una casa editrice specializzata in guide di viaggio, dove mi occupavo più di traduzioni che di redazione, anche se nel tempo ho assunto un ruolo più rilevante. Poi è arrivata la pandemia. A quel punto ho contattato Roberto Keller, che avevo conosciuto alla Fiera di Francoforte e che mi aveva offerto una posizione in redazione. Ora lavoro lì da quattro anni.
Quali sono le competenze indispensabili per un redattore di una casa editrice di narrativa straniera?
È fondamentale avere una solida formazione linguistica e una conoscenza approfondita della lingua italiana, sia grammaticale che stilistica. Non basta “andare a sentimento”, la padronanza dell’italiano è cruciale anche per valutare se una traduzione rispetta davvero la nostra lingua. Leggere i grandi scrittori italiani è essenziale, poiché ci offrono un’esperienza autentica di come la nostra lingua può essere usata in modo espressivo e creativo.
Va anche detto che la traduzione, per quanto precisa, non potrà mai essere identica all’originale. Ad esempio, le traduzioni di Hemingway, fatte negli anni ’50 da Fernanda Pivano tendevano alla “domesticazione”, a rendere il testo straniero più vicino al gusto e alla struttura della lingua italiana dell’epoca. Quelle traduzioni sono splendide, ma si allontanano dalla caratteristica asciuttezza stilistica di Hemingway. Oggi la tendenza è diversa: si cerca di mantenere la traduzione il più fedele possibile al testo originale. Questo è particolarmente evidente in traduzioni di autori come Cormac McCarthy, dove lo stile secco e monosillabico viene rispettato, per quanto possibile. Per fare questo lavoro bisogna leggere molto e con passione, esplorare generi e autori diversi, essere curiosi e pronti a scoprire nuovi stili e culture; se non sei un appassionato lettore, questo non è certamente il lavoro per te!
Qual è il margine di intervento su un testo tradotto rispetto a un manoscritto originale?
Nel caso della narrativa tradotta, il libro arriva già nella sua forma definitiva, poiché è stato prodotto da un’altra casa editrice. Se si riscontrano problemi minori, piccole incoerenze narrative, si correggono senza alterare il significato originale. Per modifiche più complesse, come spostamenti o ripetizioni, si coinvolge l’editore per confrontare il testo con l’originale. Le modifiche sostanziali, che cambiano il significato, richiedono invece il consenso dell’autore o della casa editrice di provenienza, poiché è necessario rispettare il diritto d’autore.
Un aspetto che ci incuriosisce molto è il percorso che dal manoscritto porta al libro. Come ci si arriva e quali figure professionali entrano in gioco?
Tutto parte con la selezione del materiale e l’acquisizione dei diritti da parte dell’editore che partecipa ad eventi come la Fiera di Francoforte. Poi viene individuato un traduttore di fiducia con il quale, successivamente, è chiamato a relazionarsi il redattore, che revisiona il testo confrontandolo con l’originale e risolvendo eventuali problemi di resa in accordo con il traduttore. Non è necessario che il redattore conosca la lingua originale, anche se una formazione linguistica aiuta. Ad esempio, io non ho un’ottima padronanza del tedesco, ma Keller si affida a traduttori eccellenti, e questo mi consente di lavorare con tranquillità.
Completata questa fase si passa all’impaginazione, alla creazione della copertina e alla stampa, e qui entrano in gioco i grafici, per poi continuare con il lavoro dei commerciali che si dedicano della promozione del libro e dei distributori che ne curano la diffusione. Da ultimo l’ufficio stampa si occupa della comunicazione con i giornalisti, dell’organizzazione di presentazioni mirate e, in generale, della promozione del libro, sia in senso pubblicitario che commerciale.
Quali sono le tempistiche di pubblicazione di un libro?
Dipende: a volte c’è una scadenza per un evento specifico, altre volte la pubblicazione è meno urgente, ma bisogna comunque tener conto della limitata durata dei diritti dell’opera che potrebbero essere acquisiti da un’altra casa editrice, soprattutto se l’autore è noto. I diritti di solito durano da uno a tre anni.
Quanti e quali libri pubblica Keller in un anno? E qual è il riscontro del pubblico?
Keller si è specializzata in letteratura dell’Est Europeo, compresi i Balcani, la Romania, l’Ucraina, la Russia, l’Ungheria e l’Europa Centrale. Nonostante la loro indubbia qualità, i nostri libri, spesso impegnativi, non raggiungono un grande pubblico, ma abbiamo un nucleo di lettori fedeli e appassionati sia per la nostra produzione di narrativa che di saggistica. Siamo una casa editrice medio-grande, attiva da circa 25 anni nel panorama indipendente, con un nome ormai consolidato. La nostra produzione si aggira intorno ai trenta libri all’anno, un numero che ci permette di rispettare i diritti acquisiti e gestire le esigenze di distribuzione. Sebbene non arriviamo al grande pubblico, abbiamo riscontri più che buoni grazie a un catalogo consolidato e a autori di successo.
C’è un libro che ti ha colpito particolarmente durante il tuo lavoro con Keller?
Ce ne sono diversi, ma uno fra gli ultimi pubblicati che ho amato particolarmente è L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi. È un libro meraviglioso e la traduttrice è stata bravissima. Abbiamo avuto un proficuo confronto durante il lavoro di traduzione, perché non era semplice rendere il testo in italiano. Già il titolo, con quel passato remoto, non è stata una scelta immediata, ma aveva una sua motivazione profonda.
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Per finire, sappiamo che, da poco, ti sei lanciata anche in una nuova attività imprenditoriale. Insieme ad altri hai infatti aperto una libreria indipendente…
Sì, è la libreria Mamì Libri e Birra, situata tra l’Ortica e Città Studi a Milano. Prende il nome dalla canzone di Strehler cantata da Jannacci, un omaggio a un quartiere ricco di storia e cultura popolare. La nostra è una libreria-bar che va oltre il negozio di libri, puntando a diventare un punto di riferimento per il quartiere, offrendo un’atmosfera accogliente con libri, birre artigianali e caffetteria. Mi occupo personalmente del catalogo, un lavoro impegnativo ma molto gratificante. Inizialmente pensavamo che il bar sarebbe stato il nostro punto di forza, invece sono i libri a fare davvero la differenza. La risposta positiva della clientela ci ha entusiasmato e la libreria sta crescendo rapidamente, raccogliendo sia la vecchia che la nuova Milano.
Siamo davvero contenti di aver avuto l’opportunità di intervistare Giada che, con grande passione e disponibilità, ci ha aperto le porte del mondo dell’editoria offrendoci un diverso angolo di visuale. E chissà che non andremo a trovarla anche alla libreria Mamì Libri e Birra per scoprire di persona la sua atmosfera vivace e stimolante!