“Whodunit, Conte? Delitto a La beauté”, Fucine Editoriali 2023 – Intervista all’autore Paolo Mugnai
Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione del suo nuovo libro e gentilmente ha accettato l’invito a parlarne insieme a noi. Giornalista e scrittore fiorentino, Paolo Mugnai ha all’attivo numerose pubblicazioni di taglio sportivo: La Coppa del Duce (2011), Sul carro di Bearzot (2013) entrambi editi dalla Libreria Sportiva Eraclea, Fiorentina Story (2013), Edizioni della Sera, Segnare il tempo Fiorentina (2017) e #DA13. L’ultimo saluto al capitano (2018) entrambi editi da Urbone Publishing.
Inoltre, a testimonianza del profondo legame con la sua città natale, ha curato Fiorentini per sempre. Viaggio emozionale nel cuore di Firenze (2020) Edizioni della Sera, L’arte della risata. I comici toscani al cinema (2021) Edizioni La Vela, Sanremo, che passione! I cantanti toscani al Festival della musica leggera italiana (2023) Edizioni Felici.
Stavolta lo ritroviamo al debutto con il suo primo romanzo giallo Whodunit, Conte? Delitto a La beauté (ndr: Whodunit è la contrazione di Who has done it, espressione inglese per indicare il genere “giallo”).
In occasione della presentazione del tuo romanzo, abbiamo scoperto che la passione per il giallo ti accompagna da quando eri un ragazzo e che addirittura l’ossatura stessa del libro risale alla tua adolescenza. Le tue precedenti fatiche però sono state di taglio completamente diverso: cosa ti ha spinto a riaprire questo “lontano” cassetto e a metterti alla prova come scrittore giallista?
Ho superato i cinquant’anni e forse avverto il bisogno di fare in un certo senso i conti col passato, riaprire i cassetti chiusi e in uno di quelli c’era appunto un vecchio dattiloscritto che ho stravolto mantenendo però l’idea di fondo.
La storia è ambientata in una pensione presso la Consuma, durante la nevicata del 1985: le condizioni climatiche costringono un eterogeneo gruppo di avventori a rimanere bloccati, per qualche giorno, sotto lo stesso tetto. Un escamotage che ci ha ricordato Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie. Ci viene quindi spontaneo chiederti: quali sono gli autori del genere che più ti appassionano e a cui, in qualche misura, ti ispiri?
All’epoca leggevo appunto i libri di Agatha Christie, Ellery Queen, Rex Stout … Oltre alla tua citazione di Assassinio sull’Orient Express assolutamente corretta, il principale riferimento però forse è stato Trappola per topi e, in parte, Dieci piccoli indiani. Rimanendo nell’ambito del giallo classico e la camera chiusa, proprio l’altro giorno due lettrici “esperte” del settore mi hanno suggerito alcuni testi che, colpevolmente, non ho ancora letto, ma sul mio comodino ne ho giù uno che inizierò a leggere il prima possibile ovvero Le tre bare di John Dickson Carr di cui lessi tanti anni fa qualche storia col protagonista Gideon Fell. Come autori italiani, pur scrivendo cose totalmente diverse dal mio giallo di stampo classico, leggo Marco Vichi per il mondo del commissario Bordelli che ha saputo creare, Leonardo Gori per il suo Bruno Arcieri, in particolare nel periodo fascista, Fabrizio Silei per lo stesso motivo del contesto storico e una scrittura di ampio respiro.
Tornando per un attimo all’ambientazione: questa, unitamente al fatto che tu stesso abbia suddiviso il testo in capitoli e in atti, ci ha fatto pensare ad una sorta di rappresentazione teatrale o comunque ad una possibile trasposizione in tal senso. Era una tua precisa intenzione?
Sì, ho già preso contatti con alcune compagnie teatrali e mi auguro di ricevere almeno una risposta positiva per una trasposizione teatrale alla quale, naturalmente, spero di incontrarti di nuovo.
Trattandosi di un giallo, non vogliamo raccontare niente della storia, se non l’incipit cui abbiamo già fatto cenno, ma vorremmo soffermarci con te su alcuni personaggi, in particolare quello di Conte e di Piero. Conte non è solo un ispettore di polizia in pensione, all’inizio del romanzo ci si presenta come un uomo avvilito e stanco, psicologicamente più vecchio della sua età anagrafica che, in fondo, non è poi così avanzata: perché hai scelto simili caratteristiche per il tuo protagonista?
Conte ha settant’anni e probabilmente, pur non essendo dichiarata, una forma di depressione che lo fa sentire più vecchio di quello che realmente è anche se nel 1985 i settantenni di allora erano meno giovani dei settantenni nel 2023. Questa sua stanchezza mentale lo avvicina in qualche modo a Piero che di anni ne ha sedici e non vive l’adolescenza a cui aspirerebbe. Mi interessava il percorso dei due, sotto certi aspetti simile, nell’aiutarsi l’un con l’altro per venirne fuori.
Piero, invece, adolescente schivo e un po’ ingenuo, sembra fare da contraltare al personaggio di Conte; il suo appassionato e incompreso desiderio di diventare uno scrittore di libri gialli cattura l’attenzione dell’anziano ex ispettore e fra i due si crea una connessione di cui entrambi, in modo diverso, finiscono per beneficiare. Concordi con questa nostra lettura?
Sì e ti ringrazio perché era proprio quella la mia intenzione! Detto questo, naturalmente ogni lettore può interpretare secondo la propria visione quanto scritto.
Perdona la curiosità: quanto c’è dell’adolescente Paolo Mugnai nel personaggio di Piero?
Sicuramente molto ma penso che non abbia nessuna importanza dato che l’unica cosa che conta è la vitalità del personaggio Piero.
Questo, come dicevamo, è il tuo primo romanzo giallo: pensi possa essere il primo di una serie che vedrà impegnato il vecchio Conte, nella soluzione di nuovi casi?
Sì, di una piccola serie, naturalmente se incontrerà l’interesse dei lettori e di conseguenza dell’editore, Fucine Editoriali. Colgo quindi l’occasione per ringraziarvi per lo spazio che mi avete dedicato.
Al termine di questa breve intervista, ringraziando Paolo Mugnai per la cortesia e la disponibilità e sperando di poterlo avere nuovamente ospite in futuro, non ci resta che invitare i nostri lettori alla piacevole lettura di Who dunit Conte? Delitto alla beauté.