Il giro del mondo in 80 pezzi – Mediterranean Sundance, il titolo di un brano per riscoprire l’Andalusia

Avevo passato gli ultimi 6 mesi nel cuore della Castiglia, tra Madrid e Alcalà de Henares. Un semestre di vita da studente Erasmus in un campus universitario ad una mezz’ora dalla stazione centrale di Atocha. All’arrivare dell’estate, il clima continentale della capitale iniziava a diventare insopportabile, i compagni del campus tornavano a casa o proseguivano per altri lidi. E’ stato in quei primi giorni di luglio, rincasando una sera, mentre saltellavo qua e là tra alcune delle mie playlist, che mi arriva all’orecchio quell’attacco di due chitarre acustiche all’unisono. Cristallino, perlato. Una delle due è una chitarra flamenca, suonata con le dita, con il tradizionale picado appoggiato alternato a energici rasgueados. L’altra è una chitarra acustica, suonata con veloci e precisi colpi di plettro. I due sono Paco De Lucia e Al Di Meola. Immediatamente, come d’istinto, un angolo della mia bocca si alza in un appena accennato sorriso, con l’amichevole confidenza di chi strizza l’occhio per salutare una persona cara che incontra spesso mentre cammina per strada.

Madrid
Alcalà de Henares
Atocha

E’ Mediterranean Sundance, brano con cui si apre il disco live “Friday Night in San Francisco” (del lontano 1982…) del Guitar Trio. Scritto da Al Di Meola nel 1977 e originariamente contenuto nell’album Elegant Gipsy, è un brano in tonalità di Mi minore che vede i due chitarristi dialogare tra contrappunti e improvvisazione, ritmiche e assoli. Un capolavoro ineguagliabile, una sintesi di virtuosismo, armonie, suggestioni flamenche e sonorità mediterranee di una difficoltà assoluta per rapidità e precisione di esecuzione: semplicemente meraviglioso! Bellissimo poi anche ascoltare, sotto le chitarre, le usuali grida del pubblico estasiato che quasi risponde alle frasi e agli scatti ritmici dei due chitarristi.

Mi ricorda un po’ i locali di flamenco, la Carboneria a Siviglia in cui ero stato proprio pochi mesi prima, in primavera. Improvvisamente, una gran voglia di tornare al sud si infila nella mia testa. Mentre giro la chiave nella porta faccio un rapido conto dei giorni che mi mancano prima di riprendere il volo per l’Italia, quanto mi è rimasto in tasca… Entro in cucina e mi unisco al mio unico coinquilino ancora rimasto in città, che stava sorseggiando una birra nella calura del tardo pomeriggio. Parlando del più e del meno, gli accenno rapidamente l’idea, e in un paio di giorni prepariamo gli zaini e partiamo verso l’Andalusia, in pullman.

Come prima tappa siamo diretti a Granada, dove ci fermiamo per due giorni: il primo si consuma rapidamente tra i locali di Calle Elvira, mentre il secondo lo passiamo tra l’affascinante antico quartiere arabo dell’Albaicin e una visita all’Alhambra, lo splendido palazzo moresco ai piedi del Sacromonte. E’ proprio all’abbazia del Sacromonte, in cima al colle Valparaiso, che vorremmo riuscire a terminare la giornata, ammirando la vista della Sierra Nevada al tramonto, per riuscire così a scendere appena dopo il calar del sole. Prendiamo l’autobus che porta sul monte, ma ogni tanto ci fermiamo per percorrere dei tratti a piedi, sugli stretti tornanti, alla ricerca di una delle tipiche cuevas scavate nella roccia in cui si suona flamenco, potendo avere una certa sicurezza di incontrare quasi solo avventori gitani locali, e non molti altri viaggiatori come noi…

L’Alhambra
Una cueva

Il terzo giorno decidiamo di prendere a noleggio un’auto e di lasciare Granada alla volta dei caratteristici pueblos blancos situati nelle sierras dell’entroterra di Cadice. Percorriamo la Ruta de Los Pueblos Blancos, lungo la quale incontriamo paesini arroccati dalle case tutte imbiancate a calce, candide, perfette, abbellite dai tralci di piante e dai fiori che adornano finestre e balconi.

Tarifa

Ci fermiamo a Medina Sidonia per passare la notte, e il giorno dopo ripartiamo in auto verso il mare: avevo preso alla lettera il titolo del brano e dovevo arrivare a toccare il Mediterraneo! Prima però decidiamo di passare la giornata sulla bellissima spiaggia bianca di Playa Bolonia, sul lato atlantico, e mangiare del pesce alla griglia pescato la mattina stessa in un minuscolo ma grazioso ristorante che sembrava proprio una casetta sulla spiaggia. Ripartiamo infine diretti verso Tarifa, nel punto in cui l’oceano si mescola con il Mediterraneo, dove sarebbe arrivato a termine il nostro itinerario e avremmo dunque preso la via del ritorno.