Il giro del mondo in 80 pezzi – Miles of Blue: da Alton (Illinois) all’Olimpo del Jazz
Nel panorama musicale del Novecento, forse nessun musicista o compositore è riuscito a rivoluzionare continuamente il jazz e le sue numerose sfumature stilistiche come ha fatto Miles Davis nell’arco della sua intera vita. Miles Dewey Davis III nacque il 26 maggio 1926 ad Alton, nell’Illinois, e trascorse la sua infanzia e adolescenza a East St. Louis, le cui strade in quegli anni rappresentavano un vero e proprio crogiuolo di stili musicali, dal blues allo swing, che il giovane Miles assorbì pienamente. All’età di 13 anni ricevette in regalo la sua prima tromba, dimostrando ben presto il suo naturale talento. La sua crescente passione per la musica lo portò a trasferirsi a New York nel 1944, dove si iscrisse alla prestigiosa Julliard School of Music.
Sempre in quel periodo Iniziò a suonare nei numerosi locali che gravitavano intorno alla 52-esima strada, al tempo cuore pulsante della scena jazz di Manhattan. In quel contesto conobbe musicisti che poi sarebbero diventate leggende, del calibro di Charlie “Bird” Parker e Dizzy Gillespie. Proprio sostituendo quest’ultimo nel quintetto di Parker cominciò la sua ascesa nell’olimpo del be-bop, nella prima metà degli anni 50. Tuttavia Miles sembrava restìo a rimanere incasellato in un unico stile; benché fosse dotato di un’ottima tecnica, la sua ambizione non era apparire necessariamente come un virtuoso dello strumento, in direzione contraria rispetto ad altri suoi contemporanei che negli anni dell’hard-bop ricercavano progressioni di note, scale ed arpeggi sempre più complessi, rapidi ed ubriacanti. Qualche anno dopo infatti, collaborando con il compositore ed arrangiatore canadese GIl Evans, Miles iniziò ad esplorare concezioni armoniche più raffinate e morbide, soluzioni orchestrali e di arrangiamento che lo portarono ad incidere, nel 1957, l’album Birth of the Cool, il manifesto (come suggerisce il titolo stesso) del Cool Jazz.
Ma la prima reale svolta venne nel 1959 con la registrazione del suo capolavoro e pietra miliare del jazz modale: Kind of Blue. Qualche anno prima Davis aveva formato il suo primo quintetto stabile da leader, in cui figuravano tra gli altri John Coltrane al sax tenore e Paul Chambers al contrabbasso. A questi si aggiunsero, in occasione della registrazione dell’album, Julian “Cannonball” Adderley al sax contralto, Wynton Kelly e Bill Evans al piano e Jimmy Cobb alla batteria. In seguito Miles Davis produsse molte altre notevoli innovazioni stilistiche, ma Kind of Blue è tuttora considerato uno degli album più influenti e che ha profondamente rivoluzionato la storia della musica jazz, sviluppando l’intuizione del jazz modale che lo stesso Miles aveva introdotto nel suo precedente album Milestones del 1958. Questo nuovo approccio si distingueva per l’uso di modi musicali che connotavano l’intera struttura del brano, a differenza del tradizionale approccio tonale che prevedeva l’uso di scale diverse che tipicamente seguivano i singoli cambi di accordi nelle progressioni armoniche del brano. Questo permetteva ai musicisti una maggiore libertà melodica, incoraggiando l’improvvisazione e la spontaneità su strutture più ampie. Inoltre, per la prima volta Miles aveva incoronato l’importanza del silenzio e delle pause anche nel jazz, spostando il focus sulla ricerca del suono. Non a caso, la maggior parte dell’album fu registrata in un’unica sessione, un elemento che ha contribuito a mantenere l’energia e la freschezza delle esecuzioni. D’altra parte, una delle indicazioni che Miles suggeriva spesso ai suoi musicisti, e che è diventata una delle sue più celebri citazioni, recitava così: “Non suonare quello che c’è, suona quello che non c’è”.