Il Rock tra musica e impegno sociale: John Lennon
Nel solco del percorso che esplora il sodalizio tra rock e impegno sociale, questo mese il nostro contributo sull’argomento è incentrato sulla figura umana e artistica di John Lennon, considerato, a buon diritto, una delle maggiori icone musicali del secolo scorso. La sua musica e i suoi testi hanno infatti influenzato in maniera profonda e indelebile non solo la scena musicale successiva ma anche l’immaginario collettivo di tutti noi.
Artista eclettico e rappresentativo, Lennon è diventato, specialmente dopo la sua prematura morte nel 1980, un simbolo della lotta per la difesa dei diritti dei più deboli e un punto di riferimento per un ideale di società più equa e pacifica.
La sua straordinaria capacità di comunicazione è sempre andata di pari passo con una vita tesa alla ricerca dell’anticonvenzionale in ogni sua forma.
Nato a Liverpool il 9 ottobre 1940, non ebbe un’infanzia semplice: fu prima affidato ad una zia e, ancora adolescente, perse tragicamente la madre Julia in un incidente stradale. Fu proprio la madre la sua prima insegnante di musica e colei che lo incitò a non chinare mai la testa.
Anche dopo il successo planetario con i Beatles, Lennon non cambiò mai il suo atteggiamento di rottura nei confronti degli schemi sociali e culturali dell’epoca: dalle sue famose dichiarazioni sulla religione, in gran parte fraintese, causa di vibranti proteste da parte dei settori più reazionari del pubblico e dell’annullamento di molti concerti della band, al suo uso smodato di droghe, mai tenuto nascosto, dopo i lunghi soggiorni in India.
Il suo impegno politico, una visione del mondo “antireligiosa, anticonvenzionale, antinazionalista ed anticapitalista”, diventò ancora più intenso dopo la rottura con i Fab Four, legata sia a dissapori insanabili con Paul McCartney, sia al nuovo legame sentimentale con Yoko Ono, divenuta la sua compagna dopo la fine del primo matrimonio con la madre del figlio Julian.
Da quel momento Lennon intraprese un nuovo, e ancora più radicale, percorso all’insegna dell’impegno sociale.
Di grande impatto mediatico furono le proteste pacifiste di John e Yoko realizzate con due Bed In tenuti, in altrettanti alberghi di Amsterdam e Montreal, nel 1969. I coniugi Lennon espressero così, dal letto della loro stanza di albergo, il loro dissenso contro la guerra in Vietnam e l’arresto di alcuni intellettuali considerati comunisti sul suolo americano.
Successivamente, il sentimento anti-imperialista e fortemente critico nei confronti di Nixon, l’allora presidente americano, costò a Lennon l’annullamento del visto per poter rimanere negli USA e solo nel 1975 la corte d’appello annullò l’ordine di espulsione emanato nei suoi confronti.
Parallelamente, Lennon non risparmiò accuse neppure nei confronti del governo inglese per il sostegno dimostrato alla guerra in Vietnam e prese una posizione netta appoggiando moralmente le richieste di indipendenza dell’Irlanda del Nord e restituendo addirittura, per questo motivo, l’onorificenza (M.B.E.) conferitagli qualche anno primo dalla Regina.
Nella sua vulcanica filosofia per un mondo più giusto non mancano poi prese di posizione a favore dei diritti delle donne, dei prigionieri e degli intellettuali emarginati per motivi politici.
La musica di Lennon rimane comunque lo strumento più potente con il quale l’artista ebbe modo di dare vita a questi ideali: Give Peace a Chance, War Is Over, Imagine, All You Need Is Love sono 4 canzoni manifesto del pacifismo mondiale. Così come Revolution, Working Class Hero e Power To The People, brani che inneggiano ad un ideale universale di equità sociale.
Il genio di Lennon non si ferma tuttavia a composizioni di portata evocativa. Il suo intinto visionario, il suo talento, il suo sentimento anticonvenzionale lo hanno portato a anche scrivere innumerevoli canzoni all’insegna della sperimentazione. La famosissima Strawberry Fields Forever (il nome è quello di un orfanotrofio di Liverpool) è stata concepita in studio di registrazione ed è il frutto dell’unione tra una versione registrata con un’orchestra ed un’altra realizzata con altri strumenti (tra cui il mellotron suonato da McCartney) cui venne sovraimposta la voce di John ad una velocità del nastro aumentata. I’m The Walrus e Lucy In The Sky With Diamonds sono altri capolavori la cui composizione e arrangiamento hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del rock.
Lennon amava definirsi un musicista rock’n’roll ma è stato anche un poeta capace di scrivere musica dolcissima ed onirica come dimostrano Across The Universe, Norwegian Wood (pezzo estremamente innovativo nel quale fu utilizzato anche il sitar), Because, Dear Prudence e Girl.
Non è mai stato, come lui stesso riconosceva, un chitarrista virtuoso, eppure le sue capacità compositive ed innovative lo hanno portato nell’olimpo della musica rock-pop. Armonicamente sempre imprevedibile – si pensi a Sexy Sadie, un’invettiva polemica contro il suo maestro spirituale indiano – sposava il suo timbro vocale unico con linee melodiche semplici ma straordinariamente importanti e facilmente orecchiabili.
Ho avuto la fortuna, qualche anno fa, di avere tra il pubblico, in un concerto all’estero, proprio il figlio di John, Julian Lennon. In quell’occasione, abbiamo suonato, insieme alla mia band, Stand By Me, un classico rock che John amava in maniera particolare.
Il timbro vocale di Julian è molto simile a quello del padre e per un momento, chiudendo gli occhi, mi è parso di essere lì con lui. Un’emozione che non dimenticherò facilmente.